Suolo e Salute

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In Trentino cresce l’agricoltura biologica

Sono state approvate nei giorni scorsi dalla Giunta provinciale di Trento le modalità per la valorizzazione dei prodotti biologici, conformemente a quanto previsto dal programma annuale elaborato dal Servizio agricoltura e a quanto contenuto nelle proposte presentate da altri soggetti quali associazioni, enti, istituti di ricerca, comuni e aziende iscritte all’albo provinciale. Le misure vanno a contribuire alla crescita di un settore, quello del bio Trentino, passato dai 3.700 ettari del 2006 ai quasi 6.000 del 2013, con un incremento degli operatori coinvolti passati nello stesso periodo da 323 a 607. Nel programma rientrano attività di sostegno di vario tipo, dagli incontri tematici a seminari, visite e altre attività di promozione, comprese fiere e altre manifestazioni di settore, oltre che il sostegno a progetti pilota dedicati all’agricoltura biologica.

Fonte: La Voce del Trentino

Le app, nuova frontiera dell’agricoltura

Arriva dall’Università della Pennsylvania, che ha lavorato in collaborazione con l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) di Torino, una app nuova di zecca in grado di dotare gli agricoltori di un efficace strumento previsionale. Incrociando infatti informazioni geografiche, meteorologiche, agronomiche ed ambientali la app infatti consente di prevedere le possibilità che determinate infestazioni possano colpire le coltivazioni. Fornendo al tempo stesso un valido strumento agli agricoltori per razionalizzare la semina e limitare l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi. Secondo Piero Caciagli ricercatore impegnato nel progetto, “il progressivo inserimento di dati da parte degli utenti permetterà di condividere informazioni sulla diffusione delle malattie, sugli andamenti stagionali e sulle migliori strategie di difesa”. “Quest’app affiancherà le decisioni quotidiane degli agricoltori, da quando seminare a come trattare le piante. Una sorta di esperto sempre sul campo”, ha concluso.

Fonte: Bioagricoltura Notizie

Matera, convegno della CIA sul biologico

Si è svolto nei giorni scorsi un convegno dedicato al tema della PSR e delle opportunità per il settore biologico. L’incontro, dal titolo “I Piani di sviluppo rurale 2014-2020: il sostegno all’agricoltura biologica nella nuova programmazione regionale” ha indagato le possibilità offerte al settore dalla nuova politica di sviluppo rurale 2014-2020 che pone la sfida ambiziosa ma fondamentale di consolidare e sostenere il settore raddoppiando nell’arco di 7 anni le superfici dedicate e il numero degli operatori agricoli coinvolti. La giornata di approfondimento è stata organizzata dalla  Cia – Confederazione italiana agricoltori e da Anabio, la sua associazione per il biologico.

I nuovi Psr, attualmente oggetto di negoziato con la Commissione UE, offriranno supporto al settore del biologico attraverso una misura specifica, non vincolata ad altri interventi agro-climatico-ambientali, grazie in particolare ad una dotazione finanziaria dedicata che con ogni probabilità sarà superiore ail 10% dell’intero budget stanziato per lo sviluppo. Inoltre verranno messe in campo anche altre azioni di sostegno che riguarderanno sia il fronte della ricerca che la promozione che in ultimo la filiera, dai controlli fino alla distribuzione. Il convegno di Matera è stato pertanto l’occasione per evidenziare i punti di criticità del sistema bio nel nostro paese: in particolare molto resta da fare per quanto riguarda l’organizzazione della filiera e la logistica, e sono senza dubbio da promuovere alcune colture ad alto valore aggiunto con grandi potenzialità sia sul mercato interno che su quello internazionale. Tr a questi gli ortaggi, la frutta, gli agrumi, la vite e le colture industriali, con una diffusione ancora limitata.

Proprio per queste ragioni Anabio e Cia hanno chiesto alle Regioni di garantire adeguato supporto finanziario e di riservare alle aziende biologiche una priorità rispetto ad altre misure.

Come ha ricordato il presidente Cia Scanavino “il fenomeno del bio allo stato attuale ha conquistato consistenti fette di mercato e rappresenta una realtà economica di tutto rilievo. Alla luce di ciò, il biologico costituisce una valida strada di sviluppo, in grado di associare alla riduzione dell’impiego di input chimici una serie di vantaggi di sistema”.

Fonte: Agrapress, CIA

Approvato il decreto di applicazione della nuova Pac

Con un comunicato stampa il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Conferenza Stato Regioni ha approvato il 19 febbraio u.s. il decreto che completa il quadro normativo nazionale di attuazione della riforma della Politica agricola comune fino al 2020 per i pagamenti diretti, che valgono per l’Italia circa 27 miliardi di euro totali.

Secondo quanto riportato da una nota del Mipaaf, il decreto “modifica ed integra il decreto del 18 novembre 2014, completando le norme su attività agricola, agricoltore in attività, mantenimento delle superfici agricole, attività minima su quelle naturalmente mantenute, calcolo del valore dei diritti all’auto e alcuni adempimenti connessi al greening”.

“Con questo provvedimento diamo certezze agli agricoltori in un passaggio delicato come quello dell’applicazione della nuova Pac” ha dichiarato il ministro Maurizio Martina –. Non è la riforma che avremmo voluto, ma dobbiamo impiegare al meglio tutte le risorse che abbiamo a disposizione soprattutto per la tutela dei redditi degli agricoltori. Ora siamo al lavoro per semplificare: entro marzo vogliamo essere pronti con la prima domanda per gli aiuti precompilata online. Per 700mila aziende significherà rendere semplice come un click la dichiarazione per i fondi europei, tagliando il peso burocratico e restituendo tempo alle imprese”.

Fonte: Mipaaf

Mondo bio e ambientalista insieme contro il PAN Pesticidi

E’ un allarme preoccupato e serio quello lanciato dal Tavolo delle Associazioni Ambientaliste e dai rappresentanti del mondo dell’agricoltura biologica, riunitisi questa settimana per discutere il Piano di Azione Nazionale sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi.

A destare preoccupazioni la mancanza di azioni concrete e di obiettivi di riduzione specifici presenti nel PAN, malgrado il recente Rapporto dell’Ispra sull’inquinamento delle acque superficiali che presenta uno scenario decisamente preoccupante. Non è evidentemente un caso, visto che l’Italia ha il triste primato del Paese con il maggior consumo di pesticidi per unità di superficie coltivata di tutta l’Europa occidentale con valori addirittura doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Il PAN si limita a prescivere l’obbligo dal novembre 2015 di attenersi alle prescrizioni contenute nelle etichette degli agrofarmaci, certamente una misura non sufficiente per risolvere davvero il problema. Un altro elemento che desta non poche perplessità è l’introduzione di nuove disposizioni in materia di formazione, che prevedono un “patentino” per una serie di soggetti coinvolti e che tuttavia, lungi dal rappresentare una vera soluzione, rischia di diventare solo l’ennesimo appesantimento burocratico ed economico per gli agricoltori stesis, ma senza costituire uno strumento efficace per contrastar el’uso eccessivo dei pesticidi stessi.

Il comunicato del “Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica su Pac e Pan” è molto chiaro in propisito e punta il dito sulle contraddizioni tutte italiane del sistema: “ancora una volta – si legge nel testo – nei PSR di quasi tutte le Regioni, si continua a puntare su misure agroambientali destinate a pratiche agronomiche che prevedono un uso massiccio di pesticidi invece di scegliere pratiche che ne riducono concretamente l’uso, come la conversione al biologico”. E più oltre “Sono temi che riguardano, insieme agli agricoltori, tutti i cittadini perché incidono sulla tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovrebbero essere in primo piano nell’uso delle risorse europee”.

Nel comunicato si ribadisce la bontà delle proposte avanzate su PAC e PAN pesticidi dal Tavolo, che però “purtroppo fino ad oggi non hanno trovato spazio né a livello nazionale, né a livello regionale. Ma nonostante questo non intende mollare. Sono in ballo temi troppo importanti che riguardano tutti e che necessitano di nuove Alleanze come quella che stiamo cercando di portare avanti attraverso il tavolo tra le Associazioni del Biologico e quelle del mondo Ambientalista”.

“Adesso questa alleanza torna di nuovo a chiedere che i provvedimenti in attuazione del PAN seguano un iter trasparente visto che riguardano la tutela della salute delle persone e dell’ambiente e continua a chiedere l’incontro al Ministro dell’Agricoltura che dall’inizio di dicembre non ha ancora ricevuto risposta” – conclude il comunicato. Speriamo che questa sia la volta buona.

Fonte: Comunicato Stampa Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica su Pac e Pan

Il Biodinamico cresce, ma non ha ancora cittadinanza all’Expo

Un settore in forte espansione, che potrebbe rappresentare un importante asset economico, sociale e culturale per l’Italia. È quello del biodinamico, nell’ambito del più vasto mondo della produzione biologica, e a disegnarne i confini è stato il congresso dell’Associazione pe l’Agricoltura Biodinamica dedicato al tema “Oltre Expo. Alleanze per nutrire il Pianeta”e svoltosi a Milano dal 19 al 22 febbraio scorsi. “Gli agricoltori biodinamici vendono il 60% della loro produzione all’estero: in Germania, in buona parte, ma anche in Paesi in cui si apre l’era del consumo di prodotti buoni, puliti e sicuri”, spiega il presidente dell’Associazione Carlo Triarico. “Oggi – aggiunge Triarico – il settore biologico raggiunge complessivamente 55 miliardi di euro di fatturato a livello mondiale, ma si tratta di un dato economico in continua crescita. La domanda di cibi sani, saporiti e coltivati in armonia con la natura è ormai molto al di sopra dell’offerta: abbiamo bisogno di nuovi agricoltori biodinamici e biologici, soprattutto in Italia che è il primo produttore bio a livello europeo”.

A confermare queste parole, i numerosi interventi di imprenditori e agricoltori che raggiungono importanti risultati economici coltivando i campi in armonia con la biodinamica. In un prossimo futuro – affermano tutti gli agricoltori e gli imprenditori del biodinamico presenti al congresso – la frontiera del bio è destinata ad allargarsi prepotentemente verso altri Paesi. A riprova, i numeri della crescita tumultuosa del biologico in Cina, diventata lo scorso anno il quarto biomercato mondiale con 2,4 miliardi di euro di fatturato.

“Il primo fatto di cui tutti i biodinamici sono fieri è che la nostra agricoltura, a differenza di quella convenzionale, non toglie risorse e fertilità alla terra, ma gliele restituisce”, afferma Triarico. “Ci sono però anche altri motivi di orgoglio: le 4.500 aziende agricole biodinamiche italiane sono ancora oggi una piccola realtà, ma la crescita, soprattutto a livello di lavoro per i giovani, è provata dai numeri. Ora tocca alle politiche di sistema fare la loro parte. Per questo – aggiunge il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica – chiediamo anche che il biologico e il biodinamico diventino temi portanti di Expo 2015. Oggi, negli incontri preparatori, sono assenti. E questo nostro congresso chiede che ci sia invece un impegno e delle prese di responsabilità collettive nei confronti di un’agricoltura che cura la terra, non usa pesticidi, mitiga i cambiamenti cimatici ed è fondata su prezzi giusti per gli agricoltori e i lavoratori”.

Fonte: Ass. per l’Agricoltura Biodinamica