Suolo e Salute

Autore: Serena Leonetti

Wojciechowski: “Difenderò il bilancio della PAC e porgerò maggiore attenzione al biologico”

Wojciechowski: “Difenderò il bilancio della PAC e porgerò maggiore attenzione al biologico”

Janusz Wojciechowski, neocommissario UE all’agricoltura, è intervenuto alla Conferenza annuale sulle prospettive dell’agricoltura europea, durante la quale ha sottolineato la sua volontà a difendere il bilancio della PAC.

“Se ci si attende un contributo maggiore dell’agricoltura europea al Green Deal, abbiamo bisogno di dare un contributo maggiore all’agricoltura e tutto questo è legato al bilancio Ue. Ma non ci saranno nuove proposte di bilancio e il mio ruolo è difendere la proposta della Commissione per impedire che il bilancio finale della Pac sia inferiore. E’ molto importante che le zone rurali dell’Ue non dipendano solo dal sostegno della Pac e che abbiano più accesso ai fondi di coesione”.

Nel suo discorso, il neocommissario ha anche menzionato un “piano per l’agricoltura biologica, volto a ridurre i costi di produzione così da rendere accessibili i prodotti bio a tutti i consumatori”.

Fonte: http://www.ansa.it/europa/notizie/agri_ue/economia/2019/12/10/agricoltura-wojciechowski-difendero-bilancio-pac_5e7aa4dd-810c-4922-ab83-bd9d0270bc51.html

L’Italia è prima in Europa per numero di giovani che hanno scelto l’agricoltura

L’Italia è prima in Europa per numero di giovani che hanno scelto l’agricoltura

L’agricoltura italiana si presenta con un insieme di realtà differenziate; in particolare, si caratterizza per un assetto produttivo dove le aziende cosiddette “moderne”, improntate all’efficienza ed alla elevata produttività, rappresentano sempre più una realtà minoritaria, mentre più rilevanti sono le piccole aziende attive sul territorio, soprattutto nelle aree marginali orientate al biologico e ad un’agricoltura in generale ad approccio ecosostenibile.

Il consumatore italiano, infatti, è molto più attento a quello che mangia, scegliendo sempre più prodotti biologici, scegliendo quindi alimenti di qualità, più salutari e ottenuti nel rispetto dell’ambiente.

Ecco che viene, così, valorizzato il Made in Italy, fattore di competitività delle realtà agricole locali, che contribuiscono al mantenimento del presidio del territorio e allo sviluppo delle aree montane e collinari. Un Made in Italy, quindi, ecologico, sostenibile e di alto valore sociale: parliamo di agricoltura biologica.

Nell’agricoltura biologica, in ambito europeo, hanno trovato il loro spazio piccoli agricoltori autonomi, cooperative di lavoratori e aziende familiari, che hanno voluto investire nella qualità della loro filiera produttiva e nel loro prodotto finale.

In Italia, l’agricoltura biologica sta conquistando uno spazio sempre maggiore. I terreni destinati all’agricoltura biologica nel nostro Paese raggiungono i 2 milioni di ettari, pari al 15,5% della superficie agricola utilizzata. Anche i consumi bio continuano a crescere: il fatturato degli acquisti domestici si attesta sui 3,5 miliardi, quello degli acquisti bio fuori casa sui 500 milioni, con una crescita del 5,3% rispetto al 2017. Nel 2018 21,4 milioni di famiglie hanno acquistato ameno una volta prodotti biologici – l’86% del totale; nel 2012 la percentuale si fermava al 53%.

Un’Italia che si muove verso una strada di qualità e di continuità, che sia in grado di conciliare prospettive occupazionali, sviluppo economico e tutela ambientale, innovazione e rispetto delle tradizioni territoriali, secondo un modello orientato all’innovazione tecnologica e alla ricerca applicata. Qui, intervengono le nuove generazioni: l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di giovani in agricoltura, con 57.621 imprese nel 2018 guidate da under 35, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente.

L’Italia è la nazione Ue con il maggior numero di startup innovative nel settore agricolo e si colloca al quarto posto nel mondo.

Fonte: https://www.leurispes.it/agricoltura-italia-prima-in-europa-per-numero-di-giovani-con-le-mani-nella-terra-fara-il-futuro-nella-tradizione/

Workshop: “I Distretti quale strumento di qualificazione e promozione territoriale e sociale: un focus sui distretti e bio-distretti siciliani”

Workshop: “I Distretti quale strumento di qualificazione e promozione territoriale e sociale: un focus sui distretti e bio-distretti siciliani”

Oggi 6 dicembre, presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali di Palermo, si tiene il workshop dedicato ai distretti e biodistretti, che rappresentano uno strumento di ripresa del mondo rurale.

Infatti, i distretti e biodistretti, sottoscrivono un patto per lo sviluppo sostenibile dei territori cui aderiscono produttori biologici, imprese della filiera agroalimentare o dei servizi, amministrazioni locali e organizzazione della società civile.

Il Workshop vuole promuovere le esperienze dei distretti biologici siciliani, che mettono al centro della loro mission anche valori sociali, della salute e del cibo.

Programma

Fonte: http://www.sinab.it/node/22602

“Produzione biologica: dal campo alla commercializzazione”, il master dell’agricoltura biologica

“Produzione biologica: dal campo alla commercializzazione”, il master dell’agricoltura biologica

L’Università di Bologna e di Parma hanno organizzato un master di I livello sulla “produzione biologica: dal campo alla commercializzazione”.

Il master nasce con l’obiettivo di formare figure professionali che interiorizzino e credano nel valore del biologico e lo trasformino in un’attività di successo:

  • La gestionedi aziende agricole operanti in regime biologico;
  • L’attività di affiancamentodal punto di vista tecnico, della gestione e commerciale per aziende attive nel campo dell’agricoltura biologica;
  • L’attività di controlloe le procedure di certificazione della filiera nell’ambito dell’agricoltura biologica;
  • L’attività di guida e coordinamento tecnicodi associazioni di produttori biologici;
  • Servizi di consulenzarivolti ad aziende agroalimentari e di distribuzione che vogliano accrescere o consolidare il settore dei prodotti biologici.

Le iscrizioni sono aperte fino al 19 dicembre.

Per tutte le informazioni visita il sito del master

Serre per la produzione biologica nel deserto del Qatar

Serre per la produzione biologica nel deserto del Qatar

Il Qatar dipende, quasi totalmente, dalle importazioni alimentari estere, modello economico che, oltre a basarsi in maniera poco rassicurante sulle oscillazioni del prezzo del greggio non convince.

Per questo motivo, è stato predisposto la Qatar’s National Vision 2030, un piano di finanziamento che scade ogni quindici anni, e si prefigge la rivoluzione dei metodi di coltivazione e allevamento per puntare all’autosufficienza entro il 2020 nella produzione di prodotto fresco e lattiero caseario.

Sono nati, così, progetti volti a reintegrare la rigenerazione naturale dell’acqua potabile, come opere di desalinizzazione delle acque o di condensazione dell’atmosfera. Queste opere hanno permesso, infatti, solo nel 2018, una crescita di oltre il 100% della produzione agricola.

Sono state create circa 400 serre per la produzione di orticole biologiche che forniscono prodotti freschi, locali e a prezzi vantaggiosi, oltreché rispettosi dell’ambiente per il metodo agronomico applicato e  per il minore impatto rispetto ai prodotti di importazioni da Paesi esteri. La coltivazione bio, inoltre, richiede il 30% in meno di acqua ed energia.

Possiamo dire che il Qatar ha trovato, seppur in zona desertica, la sua chiave di svolta.

Fonte: https://www.unimondo.org/Notizie/Serre-biologiche-nel-deserto-di-necessita-virtu-190789

L’agricoltura biologica e il riscatto sociale

L’agricoltura biologica e il riscatto sociale

Negli ultimi anni molte aziende agricole hanno deciso di dedicarsi a progetti, di vario tipo, finalizzati al reinserimento sociale.

Nel 2009 nasce la “Cooperativa PocoPoco Sardegna” a Cagliari, con lo scopo di promuovere l’integrazione sociale e lavorativa di giovani sottoposti a provvedimenti penali o in situazioni di disagio sociale o diversamente abili.

“Il nostro obiettivo – spiega Luisa Massacci, titolare dell’azienda assieme al marito Guido Cerciello – è quello di offrire ai ragazzi che vivono in situazioni di disagio nuove opportunità di crescita per potersi reinserire nella società, ognuno in base alle proprie abilità. E non c’è base di partenza migliore della terra: da qui nasce la vita, il lavoro dell’uomo e il continuo confronto con gli altri individui. L’idea di fondare la cooperativa ci è venuta mentre lavoravamo a Trento: eravamo già attivi nel volontariato e, seguendo un progetto delle suore missionarie di San Girolamo Emiliani, abbiamo deciso di trasferirci in Sardegna e trasformare un’azienda agricola in una cooperativa sociale. Il nome non è stato scelto a caso: pensiamo che ognuno di noi, poco a poco, possa impegnarsi ad aiutare gli altri. L’inserimento dei ragazzi avviene ancora prima del loro arrivo nella nostra struttura: supportati da associazioni del territorio, formuliamo dei progetti sviluppati sulle competenze personali e finalizzati al coinvolgimento nelle nostre attività. Da noi arrivano ragazzi con disagi o provenienti dal carcere ma anche diciottenni usciti da case famiglie, persone con disabilità come l’autismo, oppure tirocinanti e contratti di formazione lavoro. In totale ospitiamo due ragazzi all’anno per fare tirocinio mentre con i diversi progetti riuniamo gruppi che vanno da cinque a otto persone. I ragazzi senza problematiche fisiche e psichiche sono inseriti in ogni fase lavorativa mentre i casi più difficili sono seguiti passo a passo per facilitare un coinvolgimento graduale nelle attività.”

Fonte: http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/52359/lapprofondimento/il-riscatto-sociale-passa-dallagricoltura-biologica