Suolo e Salute

Mese: Novembre 2018

Rapporto GreenItaly 2018: l’agricoltura italiana è la più green d’Europa

Rapporto GreenItaly 2018: l’agricoltura italiana è la più green d’Europa

Dal Rapporto GreenItaly 2018 di Fondazione Symbola e Unioncamere è emerso che l’agricoltura italiana è la più green d’Europa.

Questo risultato è stato ottenuto grazie alle resistenti e innovative fondamenta su cui appoggia l’agricoltura italiana:

  • Valorizzazione dei prodotti Made In Italy;
  • Valorizzazione delle filiere produttive;
  • La sostenibilità ambientale;
  • La qualità delle produzioni;
  • L’innovazione;
  • Il contributo fornito dai giovani del settore.

Parliamo di molteplici risultati che hanno permesso all’agricoltura italiana di raggiungere questo vertice europeo. Ad esempio, le esportazioni agroalimentari italiane solo nel 2017 hanno raggiunto il valore record di 41,03 miliardi di euro (+6,8% rispetto all’anno precedente). L’Italia eccelle anche sulla sicurezza alimentare presentando il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%).

Come abbiamo elencato sopra, uno dei punti di forza che hanno permesso all’agricoltura italiana di essere più green è l’aver favorito la presenza di giovani sui campi. Le nuove generazioni hanno dimostrato un particolare interesse ai temi della sostenibilità, dell’innovazione e della diversificazione. Nascono imprese agricole con attività innovative e di diversificazione produttiva:

  • Dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta;
  • Crescono le fattorie didattiche e gli agriasilo;
  • Agricoltura sociale;
  • Agribenessere;
  • Cura del paesaggio;
  • Produzione di energie rinnovabili.

Fonte: http://giovanimpresa.coldiretti.it/pubblicazioni/attualita/pub/rapporto-greenitaly-2018-lagricoltura-italiana-%c3%a8-la-pi%c3%b9-green-deuropa/

A rischio la produzione di frumento biologico

A rischio la produzione di frumento biologico

Salvatore Massimino, rappresentante della FNP Cereali Alimentari dei Giovani di Confagricoltura ANGA, sostiene che le nuove disposizioni emesse dal decreto sulle produzioni bio potrebbero mettere a rischio la produzione del frumento duro biologico in Sicilia.

“Il nuovo decreto ministeriale stabilisce, infatti, che la medesima specie può essere coltivata sulla stessa superficie solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti”, spiega Massimino.

Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 Settembre, ha provocato non poca preoccupazione a riguardo: a causa dei vincoli imposti dalle condizioni del suolo e del clima del territorio siciliano, è difficile individuare coltivazioni alternative al grano duro.

“A ridosso delle semine e con un quadro normativo estremamente incerto bisogna adoperarsi con massima tempestività per dare la possibilità ai nostri imprenditori di fare le corrette scelte agronomiche. Non è possibile che con colture da sovescio in atto non sappiamo se la pratica adottata sia valida o meno per l’annata agraria corrente. A tal proposito stiamo preparando un’interrogazione al Ministero attraverso la Federazione Nazionale di Prodotto Agricoltura Biologica di Confagricoltura per avere precisazioni in merito”, interviene in presidente di Confagricoltura Sicilia Ettore Pottino.

La soluzione? Avere la possibilità di coltivare il frumento ad anni alterni per mantenere vitali intere comunità rurali che dipendono da questa coltivazione.

 

Fonte: http://www.lurlo.news/frumento-bio-confagricoltura-in-allarme-la-produzione-rischia-di-ridursi-di-un-terzo/

L’università di Napoli scioglie i dubbi sulla filiera del biologico

L’università di Napoli scioglie i dubbi sulla filiera del biologico

La trasmissione televisiva Petrolio nella puntata Bio Evolution, con l’aiuto dell’università Federico II di Napoli, si è interrogata sulla rivoluzione biologica in atto mostrando una ricerca condotta sui prodotti bio.

Sempre più consumatori scelgono di portare sulla propria tavola prodotti ricercati e biologici, innescando un processo di conversione al bio da parte dei produttori. Il Biologico è effettivamente sinonimo di qualità?

Sono stati messi a confronto prodotti biologici e convenzionali, in particolar modo carote, pomodori pachino, limoni e fagioli borlotti. I valori nutrizionali dei prodotti bio sono stati migliori e favorevoli per la nostra salute.

  • Le carote bio presentano +15,40% di carotene da quelle convenzionali;
  • La buccia dei pomodori pachino ha +4,50% di licopene;
  • Nei limoni bio è contenuto +5,20% di Vitamina C;
  • Nei fagioli borlotti +12% di antociani.

Fonte: https://www.ilmattino.it/sapori_della_campania/le_news/conversione_bio_test_universita_federico_ii_napoli_petrolio-4080764.html