Suolo e Salute

Mese: Ottobre 2016

Biofach India ospiterà il quarto OFIA, premio per l’innovazione nell’agricoltura bio

Il bando per il quarto OFIA (Organic Farming Innovation Award), premio internazionale dedicato all’innovazione nel settore dell’agricoltura biologica, sarà presentato a Nuova Delhi, in India, il prossimo 11 novembre, in occasione di BioFach India.

L’OFIA è il premio consegnato a nome dell’Organic Movement, per mettere in luce l’innovazione nel settore biologico da parte di coltivatori, scienziati e altri operatori del settore. È possibile presentare i propri progetti innovativi entro il primo marzo 2017. I premi saranno consegnati nel novembre del 2017, in occasione del 19esimo Organic World Congress (OWC), che si terrà anch’esso a Nuova Delhi.

L’OFIA viene consegnato ogni tre anni, in occasione dell’OWC, ed è patrocinato dall’RDA (Rural Development Administration) della Corea del Sud, da IFOAM – Organics International,  associazione internazionale per la promozione del biologico, e da IFOAM Technology Innovation Platform (TIPI).

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Gli organizzatori, attraverso il premio, desiderano motivare l’innovazione nel settore e diffondere le nuove conoscenze acquisite. Il comitato dell’OFIA selezionerà i vincitori del Grand Premio e del Premio Scientifico. I criteri di valutazione sono fondati su innovatività, rilevanza, applicabilità e impatto potenziale.

Il Summit di presentazione a Nuova Delhi avrà come titolo “Nurturing the Culture of Innovation in Ogranic Agriculture” (Alimentare la cultura dell’innovazione nell’agricoltura biologica).

L’agricoltura biologica ha il potenziale di supportare le enormi sfide che stiamo affrontando nel 21esimo secolo”, si legge nella brochure di presentazione del premio “Per affrontare con successo tali sfide, il settore del bio ha bisogno di facilitare, sperimentare, documentare, comunicare e alimentare i processi innovativi”.

Al Summit dell’11 Novembre parteciperà il nuovo Comitato per l’Innovazione di IFOAM.

All’appuntamento sono previsti tre panel di discussione:

  • Il ruolo dell’Innovazione, a cura di David Gould, Barbara Zilly e del professor Aksoy
  • Alimentare la cultura dell’innovazione, con Ashish Gupta, Livia Ortolani, Sebastian Huisman e i dottori Ardakani e Choi
  • Dichiarazione finale, panel presieduto da Kristin Karlsson, Manoj Kumar Menon e il dottor Kim

Tra il primo e il secondo Panel ci sarà l’intervento del professor Roberto Ugas, della peruviana Universidad La Molina. A moderare l’evento, Marks Arbenz, Direttore Esecutivo di IFOAM.

Per maggiori informazioni sul premio e sulle modalità di partecipazione, è possibile visitare il sito: www.ifoam.bio/ofia

FONTI:

http://www.ifoam.bio/en/events/4th-organic-farming-innovation-award-ofia-summit

http://www.ifoam.bio/sites/default/files/4.ofia_summit-program.pdf

http://biofach-india.com/upload/BIOFACH_Press%20Release_May_2016.pdf

Glifosato e rischio cancro: l’EFSA diffonderà i dati grezzi delle sue ricerche

L’EFSA, l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea, renderà pubblici i dati grezzi utilizzati nella sua recente valutazione sulla sicurezza del glifosato. Le informazioni saranno prima rilasciate a un gruppo di parlamentari europei e successivamente disponibili al pubblico accesso. I dati dovrebbero “essere sufficienti per permettere a scienziati indipendenti di scrutinare la valutazione del glifosato”, ha spiegato l’Agenzia in una nota. La diffusione, secondo quanto riporta la nota, fa parte di un impegno preso dall’Agenzia a rendere più aperto il processo di valutazione del rischio.

La decisione è arrivata in seguito a una richiesta di accesso pubblico ai dati, finora segreti, promossa dal gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo. La richiesta era stata avanzata da quattro membri dell’organo comunitario, nel marzo 2016. Il 28 settembre, i deputati coinvolti hanno inscenato una sorta di manifestazione nel Parlamento di Strasburgo, allestendo una “finta” sala lettura per l’accesso alle ricerche sul glifosato.

Nel novembre dello scorso anno, l’EFSA aveva reso note le proprie conclusioni sul profilo tossicologico del glifosato, sostanza attiva largamente utilizzata in pesticidi ed erbicidi. La conclusione dell’Agenzia europea, che ha destato non pochi malumori nelle associazioni ambientaliste e dei consumatori, è che la sostanza sarebbe un ‘improbabile’ cancerogeno. Lo studio aveva destato particolare attenzione anche a causa della precedente dichiarazione dello IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), che nel marzo 2015 aveva invece classificato il glifosato come una probabile sostanza cancerogena per gli umani.

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I pareri contrastanti hanno successivamente destato una polemica scientifica internazionale. Lo IARC ha dichiarato di essere giunto alla propria conclusione utilizzando unicamente studi di dominio pubblico, anche di fonte industriale, rivisti da terze parti. L’Efsa, invece, avrebbe incluso nei propri risultati anche i paper riguardanti sperimentazioni animali senza sufficienti informazioni per una revisione scientifica indipendente.

Da qui, la necessità espressa da più parti di rendere pubblici i dati utilizzati durante la valutazione.

La trasparenza e l’apertura sono valori essenziali per l’EFSA, perché rafforzano la fiducia delle persone nella scienza”, ha dichiarato Bernhard Url, Direttore Esecutivo dell’Agenzia. “Condividere i dati che sono alla base del nostro lavoro è un ingrediente chiave per rendere la scienza riproducibile e quindi affidabile. Continueremo a rendere disponibili i dati ogni volta che sarà possibile, cercando allo stesso tempo di bilanciare la trasparenza e i legittimi interessi del proprietario dello studio”.

FONTI:

https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/160929a

https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/151112

http://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/pdf/MonographVolume112.pdf

http://www.helpconsumatori.it/ambiente/glifosato-lefsa-rendera-accessibili-i-dati-per-la-valutazione-della-sicurezza/107463

http://www.ilfattoalimentare.it/glifosato-efsa-iarc.html

Nasce OK-Net Arable: piattaforma di informazioni e consigli utili per agricoltori bio

Il 3 Ottobre è stata lanciata una piattaforma web, OK-Net Arable, che ha l’obiettivo di migliorare gli scambi informativi tra gli agricoltori europei. Le tecniche di coltivazione biologica hanno numerosi vantaggi, che conosciamo bene. Possono essere  peròanche molto complesse: i coltivatori hanno bisogno di un livello piuttosto elevato di conoscenze e capacità. Ecco perché può essere utile migliorare lo scambio di informazioni tra gli operatori del settore, per condividere esperienze, tecniche e consigli pratici.

“Lavorando insieme con agricoltori e associazioni del settore, OK-Net Arable renderà accessibili soluzioni pratiche per la coltivazione biologica”, spiega Bram Moeskops, coordinatore del progetto. “Allo stesso tempo, offriremo loro gli strumenti tecnologici per discutere come funzionano tali tecniche sul campo, nelle loro specifiche condizioni geografiche e climatiche. Questo dovrebbe spingere gli agricoltori al miglioramento delle soluzioni e, in definitiva, ad aumentare la produttività e la qualità dei raccolti biologici in tutta Europa”.

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La piattaforma OK-Net Arable è parte di un progetto omonimo, coordinato da IFOAM EU, che ha ricevuto un finanziamento dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea, Orizzonte 2020. Il sito è disponibile in italiano, in inglese e in altre 8 lingue europee.

Allan Leck Jensen, ricercatore senior presso il Dipartimento di Ingegneria della Aarhus University e sviluppatore del progetto OK-Net Arable, ha spiegato le diverse fasi di realizzazione della piattaforma.

I bisogni dei coltivatori sono stati presi in considerazione a ogni passaggio dello sviluppo, per rendere la piattaforma semplice da utilizzare. Il sito web è disponibile in 10 lingue e le soluzioni sono state divise secondo i principali temi dell’agricoltura biologica: Qualità del suolo e fertilità, Gestione dei Nutrienti, Controllo dei parassiti e delle malattie, Piante infestanti e Soluzioni per specifiche coltivazioni. Agricoltori ed esperti del settore possono trovare soluzioni e interagire tra loro, ma possono anche proporre a loro volta soluzioni e tecniche”.

FONTI:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/10/03/press-release-new-platform-farmers-find-organic-solutions-and-exchange-knowledge

http://farmknowledge.org/

Boom del pomodoro bio in Italia: Federbio avvia collaborazione con OI Pomodoro

Pomodoro biologico: è boom. Gli ultimi dati elaborati dall’OI (Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”) parlano chiaro. Le superfici destinate alla produzione biologica del frutto rosso hanno visto un incremento del 42% nei primi mesi di quest’anno, raggiungendo quota 1.864 ettari. A dicembre 2015, la cifra si fermava a 1.316 ha.

I dati sono stati snocciolati durante un incontro tra l’OI, che raggruppa i soggetti della filiera del pomodoro in Nord Italia, e Federbio, La Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica. Le due organizzazioni si sono date appuntamento per avviare una collaborazione proficua per i diversi soggetti della filiera (aziende agricole e di trasformazione). L’obiettivo è di permettere a tutti di applicare correttamente le tecnologie proprie dell’agricoltura biologica. Occorre puntare, è emerso dal dibattito, sui prodotti a maggior valore aggiunto, anche se sono più difficili da coltivare.

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All’incontro hanno partecipato il vicepresidente vicario dell’OI Rossella Martelli, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla  e il professor Gabriele Canali, consulente scientifico dell’OI.

Visto il crescente interesse degli operatori verso i prodotti bio e l’importanza del settore sui mercati, “abbiamo avviato un percorso di collaborazione con FederBio per affiancare sul piano tecnico le nostre imprese, agricole ed industriali, al fine di assicurare correttezza commerciale ed efficacia economica”, commentano dall’OI. L’intento è di realizzare “una capillare verifica delle regole da parte di tutti gli operatori, a tutela dei consumatori e dei produttori correttamente impegnati in questa filiera”.

Quello che accomuna l’OI e FederBio è la comune visione sulla necessità di un mercato organizzato a dimensione di filiera e territorio e che possa garantire con rigore e trasparenza nel rispetto della normativa sulla produzione biologica”, sottolineano i rappresentanti di Federbio. La collaborazione si è resa necessaria in seguito alla “crescente richiesta di materia prima e prodotti bio di origine italiana”. Una crescita che ha tratto nuovo impulso dall’avvio “della programmazione dei PSR, che sta favorendo anche nel comparto del pomodoro da industria la conversione al biologico di sistemi produttivi professionali e specializzati”. I nuovi scenari rendono palese la “ necessità che le organizzazioni che rappresentano la filiera del pomodoro da industria e il settore del biologico cooperino fattivamente per integrare competenze e strumenti nel rispetto dei rispettivi ruoli”.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1072

http://www.oipomodoronorditalia.it/

Vino: l’Italia alla riscoperta della sua biodiversità

Il 24 e 25 ottobre prossimi, presso i padiglioni della Fiera di Bolzano, si terrà Autochtona 2016, Forum nazionale dei vini autoctoni, appuntamento giunto alla sua 13esima edizione.

L’evento si svolgerà nel contesto della 40esima edizione di Hotel, fiera internazionale e punto di riferimento per hotellerie e ristorazione. Per Autochtona, sono attesi oltre 100 produttori vinicoli, provenienti da 16 diverse regioni italiane. L’obiettivo è di portare all’attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio di vitigni autoctoni italiani, Paese primo al mondo per biodiversità.

“Le uve autoctone italiane sono centinaia, forse migliaia”, scrivono gli organizzatori. “Si tratta di un patrimonio non solo naturale, ma anche socio-culturale straordinario, perché per ciascuna di queste varietà uniche esiste una comunità di vignaioli che si è battuta per la sua sopravvivenza”.

Secondo il registro nazionale, il patrimonio delle uve autoctone italiane ha raggiunto circa 500 varietà coltivate. Un numero che potrebbe raddoppiare se si riscoprissero e valorizzassero tutti gli esemplari unici che l’Italia tiene ancora ‘chiusi in un cassetto’.

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Per dare impulso al settore, Autochtona negli ultimi anni ha realizzato una sorta di ‘censimento informale’ della biodiversità vitivinicola italiana. Nelle edizioni precedenti dell’evento, sono stati ospitati “oltre un migliaio di vini unici portati dai loro produttori tenaci, uomini che hanno scelto la strada più difficile con produzioni per lo più di piccole dimensioni”.

L’edizione 2016 sarà arricchita da una novità interessante per le aziende che puntano all’internazionalizzazione.

Si chiama “Best Wine Buy” l’opportunità di partecipare a incontri one to one con buyer internazionali per promuovere, valorizzare e affermare commercialmente le eccellenze del nostro territorio nei paesi target. Le aziende espositrici potranno infatti prenotare incontri individuali con gli importatori grazie ad un’agenda studiata ad hoc sulla base delle loro esigenze”.

Saranno inoltre presentate moltissime varietà di uva, sconosciute al grande pubblico. Come il Semidano, di origine sarda, quasi completamente devastato dalla filloserra all’inizio del secolo scorso. O come l’Invernenga, uva a bacca bianca del bresciano, che deriva il suo nome dalla conservazione degli acini, che avviene d’inverno. Dall’Emilia Romagna, arriveranno due varietà di recente scoperta: il Centesimino e l’Uva del Tundé.

“La biodiversità vinicola italiana per qualche tempo è rimasta nell’ombra dei modelli più ‘global’, anche a causa delle sue produzioni più ridotte e sparute”, spiega il giornalista Pierluigi Gorgoni, Coordinatore del concorso ‘Autoctoni che passione!’ che chiuderà la manifestazione. “In questi ultimi anni, invece, assistiamo ad un ribaltamento dell’interesse dei consumatori, sempre più orientati e curiosi verso i vini da vitigni ‘rari’. In questa direzione, nessuna altra manifestazione quanto Autoctona sa offrire all’appassionato uno spaccato tanto vario e puntuale”.

FONTI:

http://www.fierabolzano.it/autochtona/programma-eventi.htm

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3753-ad-autochtona-2016-le-aziende-incontrano-i-buyer.html

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3778-ad-autochtona-un-pezzo-della-biodiversita-vitivinicola-italiana.html