Suolo e Salute

Mese: Aprile 2016

Made in Italy: approvata alla Camera la Legge per la tracciabilità digitale dei prodotti

Il 30 marzo 2016, è stata approvata in prima lettura la proposta di legge per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti, a tutela del Made in Italy.

Le disposizioni più rilevanti della proposta di legge disciplinano, rispettivamente, l’introduzione di sistemi di tracciabilità mediante l’uso di codici non replicabili e la previsione di contributi per l’introduzione dei medesimi sistemi.

Il testo è stato presentato nel luglio del 2014, con l’obiettivo di garantire il diritto all’informazione dei consumatori e tutelarne gli interessi.

Come si legge nel testo: “Il Made in Italy rappresenta non solo un marchio conosciuto nel mondo, ma anche un tessuto produttivo di altissima qualità, a vari livelli e nei settori più differenti, caratterizzato da ingegno, lavoro e capacità di produrre ricchezza. La contraffazione del Made in Italy si sta diffondendo sempre più, creando danni gravissimi alla nostra economia in un momento di crisi profonda e perdurante, nonché rischi diretti per la salute e la sicurezza dei consumatori”.

certificazione digitale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da qui, l’esigenza di creare una certificazione digitale del prodotto, che consenta di tracciare l’intera filiera della sua produzione e distribuzione, garantendo l’autenticità del Made in Italy.

Le informazioni sui prodotti (qualità e provenienza dei componenti, materie prime, fasi di lavorazione delle merci e dei prodotti intermedi e finiti) saranno collegate a un codice identificativo non replicabile, scritto in un chip RFID (Radio Frequency Identification), o in un barcode.

Il codice sarà rilasciato al produttore da soggetti certificatori autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico. I certificatori dovranno rispondere a una serie di requisiti che saranno definiti in un Decreto apposito del Mise. Lo stesso conterrà anche le modalità di azione e le sanzioni che seguiranno a comportamenti fraudolenti.

Le modalità tecniche di emissione dei codici, chip RFID e codici a barre, saranno definite dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).

L’emendamento approvato quest’oggi – dichiara il deputato di Scelta Civica, Ivan Catalano – introduce la certificazione digitale del prodotto, permettendo così alle nostre aziende di tracciare l’intera filiera del Made in Italy e di certificare i prodotti realmente realizzati in Italia. In questo modo, sarà possibile verificare l’autenticità e rendere trasparente l’intera filiera di produzione, anche prevenendo fenomeni di contraffazione, mediante l’associazione ai prodotti di un codice verificabile online, ottimizzato per il sistema mobile e le sue future evoluzioni. Il tutto vigilato dall’Agenzia per l’Italia digitale”.

La proposta di Legge approvata alla Camera a vasta maggioranza dovrà ora essere sottoposta al giudizio del Senato.

Fonti:

https://www.digital4.biz/pmi/approfondimenti/contro-la-contraffazione-del-made-in-italy-una-legge-per-la-tracciabilita-digitale_43672157801.htm

http://www.economyup.it/made-in-italy/4047_made-in-italy-la-camera-dice-si-alla-tracciatura-blindata-dei-prodotti.htm

http://www.camera.it/leg17/522?tema=sistema_di_tracciabilit__dei_prodotti_a_tutela_del_consumatore

http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0026090

 

Turismo sostenibile: cresce l’interesse verso l’agriturismo biologico

Durante questa Pasqua, diversi italiani hanno scelto di trascorrere le loro vacanze all’insegna del turismo sostenibile, scegliendo un agriturismo, spesso con attività di produzione biologica. Una decisione che ha determinato un balzo record del settore del 15%.

In genere, la durata media del soggiorno in campagna, secondo Coldiretti, si aggira intorno ai tre giorni e l’obiettivo principale di quanti decidono di affidarsi a una di queste strutture è concedersi un momento di relax, pur senza rinunciare a menu locali a base prodotti di stagione a chilometro zero e biologici.

Il successo dell’agriturismo si inserisce all’interno di una tendenza, sempre più comune, che porta le famiglie a scegliere mete sostenibili, più economiche, ma anche più intime e genuine. Ed è qui che trova spazio un’altra realtà, anch’essa in crescita in Italia: l’agriturismo biologico.

Negli ultimi anni, infatti, la domanda turistica è cambiata, premiando le zone rurali e la qualità sostenibile delle destinazioni. Il desiderio di un maggiore contatto con la natura e la ricerca di cibi e spazi genuini hanno portato al recupero di aree rurali, adibite a strutture ricettive, che uniscono la valorizzazione della biodiversità a una concreta opportunità di crescita per le aziende che hanno deciso di entrare in questo circuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’agriturismo biologico focalizza le sue attività sul rispetto e sulla valorizzazione del territorio con l’adozione di sistemi di agricoltura biologica e di bioedilizia. La ristorazione si basa esclusivamente su prodotti biologici e le strutture possono offrire percorsi didattici e naturalistici.

Le strutture, inoltre, hanno come obiettivo quello di essere completamente ecosostenibili: l’elettricità è in genere garantita attraverso impianti fotovoltaici, le caldaie sono a bassa emissione e l’acqua piovana viene recuperata e filtrata per essere riutilizzata.

Per poter essere definiti tali, gli agriturismi biologici devono necessariamente rispettare alcuni criteri fondamentali, primo tra tutti il divieto all’uso di prodotti chimici.

Chi desidera orientarsi tra gli agriturismi biologici presenti in Italia, può visitare alcuni portali dedicati, come ad esempio agriturismibiologici.net, in cui scorrere le liste dei siti green di tendenza del nostro Paese.

Fonti:

http://www.bigodino.it/lifestyle/turismo-sostenibile-anche-lagriturismo-sceglie-il-biologico.html

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-03-27/agriturismo-antidoto-paura-080942.shtml?uuid=AC5KJYvC

 

FederBio: l’agricoltura biologica e la via per raggiungere un equilibrio produttivo

In queste ore, a Parigi, si sta svolgendo il vertice dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

L’incontro, che sarà avrà come tema centrale “politiche migliori per arrivare ad un sistema alimentare mondiale produttivo, sostenibile e resiliente”.

In occasione del vertice OCSE, FederBio ha emesso un comunicato stampa in cui evidenzia le potenzialità dell’agricoltura biologica come modello di sviluppo equilibrato per il futuro.

Come spiega Paolo Carnemolla, presidente della federazione: “L’agricoltura biologica, sostenibile e innovativa, rappresenta la via per raggiungere un equilibrio produttivo, economico e ambientale per il futuro. Come evidenziato nella Carta del Bio che attraverso il Forum Internazionale del Biologico abbiamo presentato in EXPO, quando si parla di innovazione per la sostenibilità è evidente il ruolo che gioca il biologico: innovazione agricola e alimentare per la sostenibilità che è anche innovazione organizzativa sul versante della rappresentanza del nuovo ruolo economico e sociale dell’agricoltura”.

Il concetto è ribadito da Stefano Bocchi, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che evidenzia come la sfida da affrontare sia articolata in due punti, altrettanto essenziali per il benessere della Terra e dei suoi abitanti: assicurare il cibo adeguato e accessibile per una popolazione in crescita e salvaguardare le risorse naturali in un’ottica di reale sostenibilità.

Campo di grano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma come spiega bene Bocchi, “nei decenni passati, il paradigma della rivoluzione verde ha portato a considerare solo il primo obiettivo. Si sono in molti casi ottenuti risultati interessanti di aumento delle produzioni, ma sono cresciuti fortemente gli impatti sulle risorse. L’agricoltura biologica, proposta come innovazione di sistema aziendale e agricolo, è stata generata nell’ambito delle scienze sistemiche. Con essa ci si propone di sperimentare soluzioni che assicurino non solo la produzione di beni e/o l’offerta di servizi eco-sistemici, ma anche il mantenimento della qualità delle risorse locali (acqua, aria, terreno, biodiversità, paesaggio, lavoro)“.

Nel suo intervento, Bocchi fa riferimento anche a un recente articolo di rassegna bibliografica pubblicato sull’importante rivista scientifica Nature Plants che descrive i risultati di ricerche e sperimentazioni condotte negli ultimi 30 anni, applicando i principi e le tecniche dell’agricoltura biologica.

L’articolo, spiega, costringe a superare tutti i luoghi comuni, molto diffusi, secondo cui l’agricoltura biologica sia scarsamente competitiva e svantaggiosa; nonostante questo, “a fronte di una crescita costante della domanda, di un aumento del numero di aziende biologiche non esiste un riscontro in proporzionali incrementi di impegno da parte dei settori della ricerca, della comunicazione/formazione/educazione, dell’organizzazione dei mercati, del mondo dei controlli e certificazioni. È quindi auspicabile una nuova food policy che, ispirata dai principi dell’agro-ecologia, affronti questi molteplici aspetti in modo integrato. Una food policy che quindi inizi a coniugare i concetti di dieta sostenibile con quelli di sicurezza alimentare e ambientale”.

Fonte:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1008#sthash.r9mfzzkg.dpuf