Suolo e Salute

Mese: Novembre 2014

Si terrà a Rimini Macfrut 2015

Al termine di una lunga seduta del Consiglio comunale di Cesena, è stato approvato a maggioranza lo spostamento dell’edizione 2015 di Macfrut a Rimini, preferita a Bologna. Il Comune di Cesena detiene infatti il 71% della fiera ed era chiamato a decidere rispondendo alla nota congiunta estesa dalla stragrande maggioranza delle associazioni economiche del territorio (tra queste CNA Forlì-Cesena, Confartigianato Forlì, Confartigianato Cesena, Confcommercio Forlì, Confesercenti Forlì, Confesercenti Cesena, Unindustria, Agrinsieme Romagna: Confcooperative, Legacoop Romagna, AGCI, CIA, Confagricoltura) che si erano espresse chiaramente riguardo alla sede futura della manifestazione. Nella nota si sottolineava linfatti ’importanza di scegliere con cura la sede per l’edizione 2015 della kermesse dedicata al mondo dell’ortofrutta. “Consideriamo l’argomento in oggetto particolarmente sentito e importante, come la discussione in atto dimostra, sia per le implicazioni sul territorio che per l’idea di futuro che si vuole pianificare. Nel merito, riteniamo condivisibile una valutazione per l’anno 2015, alla luce dell’Expo, che consideri l’alternativa di una diversa collocazione del Macfrut. In tale valutazione, concordiamo debba essere privilegiata una soluzione romagnola quale Rimini è, che tenga però conto di Cesena come riferimento in termini di area diffusa e specialistica sugli elementi di benessere che la connotano. Per gli anni a seguire e, per le ulteriori iniziative da intraprendere per Macfrut, in termini di sviluppo, riteniamo che ogni azione debba essere rinviata a maggiori approfondimenti sulla base di una pianificazione dell’intera proposta fieristica”.

Il placet per la soluzione romagnola era arrivato, poco prima del Consiglio Comunale, proprio dal presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini, secondo il quale “Rimini è una delle migliori fiere italiane che, con l’alta velocità, potrebbe fare un vero e proprio salto di qualità. Rispetto a Bologna, poi, ci permette di correre da soli e questa è una bella sfida. Per non parlare di tutto l’indotto di area vasta legato a infrastrutture, servizi, ecc.”. A Rimini quindi il compito di raccogliere il testimone:  una sfida che, come ha avuto modo di dichiarare il sindaco Paolo Lucchi, costituisce “un’occasione unica per riaffermare come a Cesena si riesca a far squadra, favorendo una connessione di intenti e un’assenza di paura che da sempre rappresentano la nostra ricchezza più grande”.

Fonte: Freshplaza

Irlanda, cresce il biologico

Prosegue la crescita del biologico irlandese, malgrado il Paese stia attraversando un periodo non facile da un punto di vista economico. Secondo i dati più recenti forniti dal Dipartimento dell’Agricoltura e dell’Alimentazione), le vendite dei prodotti derivanti da agricoltura biologica hanno sfiorato quota 100 milioni di euro (98 milioni, per l’esattezza), di pari passo con l’andamento del mercato del bio in Europa, quadruplicato nell’ultimo decennio. Nel corso del 2012 526 allevatori hanno macellato oltre 9.000 bovini biologici ed il 70% delle carni sono state esportate nei mercati esteri, in particolare nel Regno Unito, in Germania e in Scandinavia.

Fonte: Dipartimento irlandese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Bioagricoltura Notizie

Umbria, le nuove opportunità dei bandi regionali

Si è riunito lunedì scorso 17 novembre a Perugia il “Tavolo Verde” convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini per presentare le nuove opportunità offerte dal bando regionale di prossima pubblicazione per l’assegnazione a pagamento dei diritti di impianto di vigneti disponibili nella riserva regionale. Per l’occasione l’assessore ha allargato la partecipazione ai rappresentanti dei collegi dei periti agrari, degli ordini professionali degli agronomi e forestali, ingegneri, architetti, geologi e delle associazioni impegnate nella promozione dell’agricoltura biologica. “Per le imprese vitivinicole umbre che vogliano incrementare e qualificare le loro produzioni si apre una fase di grandi opportunità: a breve sarà pubblicato il bando per la concessione di diritti di impianto disponibili e, quanti li acquisteranno, potranno beneficiare di cospicui incentivi regionali”. “Dal 1 gennaio 2016 – ha ricordato – entrerà in vigore il nuovo sistema comunitario di autorizzazioni per la gestione degli impianti viticoli, che va a incidere significativamente sulla normativa attuale, basata sul sistema dei diritti di impianto/espianto. In ogni caso, i diritti rilasciati fino al 31 dicembre 2015 conservano la loro validità che è di otto anni dalla data del rilascio; dopo questa data, i diritti dovranno essere convertiti in autorizzazioni che avranno la stessa validità del diritto che le ha generati”. “È del tutto evidente, dunque – ha aggiunto -, che diventa fondamentale, da qui alla fine del prossimo anno, per incrementare la superficie vitata e qualificare ulteriormente i vini umbri, avvalersi dell’opportunità che derivano dall’attuale normativa. Gli uffici regionali, facendo una ricognizione sui diritti d’impianto scaduti perché non utilizzati entro i termini fissati dalla normativa comunitaria, hanno calcolato una disponibilità di 292,59 ettari in quella che viene chiamata in gergo tecnico la ‘riserva’ regionale. La sfida è rivolta in particolare ai giovani imprenditori, di età inferiore ai 40 anni, e ai produttori di vini Doc e Igt regionali, per i quali la proposta di bando regionale indica una priorità”. “In Umbria – ha proseguito l’assessore – dobbiamo mantenere il potenziale produttivo vitivinicolo e qualificare le produzioni. A questo servirà il bando regionale, con cui vogliamo anche soddisfare le richieste di diritti di reimpianto dei vigneti”. “L’acquisto dei diritti di impianto per una superficie che va da un minimo di 5mila metri quadrati a un massimo di dieci ettari per azienda sarà la condizione per poter beneficiare dei contributi del bando regionale relativo alla misura ‘Ristrutturazione e riconversione dei vigneti’, che verrà successivamente pubblicato e per il quale la Giunta regionale ha già stanziato 2 milioni di euro, a valere sull’Ocm Vino. È previsto un contributo ad ettaro di 10mila euro, con l’obiettivo di aumentare la competitività del settore attraverso il miglioramento qualitativo e l’adeguamento alle richieste di mercato delle produzioni regionali, la riduzione dei costi di produzione”.

Fonte: Umbriajournal.com

Coldiretti: 15 percento delle campagne perso negli ultimi 20 anni

All’indomani degli eventi meteorologici catastrofici che hanno coinvolto diverse regioni del paese, Coldiretti in una nota stigmatizza il malgoverno che per troppo tempo ha colpevolmente ignorato i problemi e le emergenze del territorio, contribuendo in maniera fondamentale alla situazione critica attuale: “l’Italia ha perso negli ultimi venti anni il 15% delle campagne per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto di 2,15 milioni di ettari la terra coltivata”, si legge nella nota. “Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) e quella disponibile non riesce più  ad assorbire adeguatamente la pioggia”.

Coldiretti non dimentica anche il tema global warming e le conseguenze sempre più tangibili di queste trasformazioni: “siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua: il risultato è che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8% dell’intero territorio nazionale”. “Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle citta’ e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni”.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

Il Consiglio dei ministri UE respinge la proposta di ridurre i budget 2015

Netto rifiuto quello espresso unitariamente dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura UE riguardo la proposta della Commissione europea di ridurre il Feaga, il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga): la proposta è stata giudicata eccessivamente penalizzante per un settore, quale quello agricolo, già pesantemente condizionato dall’impatto delle vicende legate all’embargo russo. Per il ministro Martina “l’agricoltura europea non può pagare due volte per le conseguenze dell’embargo russo. Per ribadire questo orientamento, espresso dal Consiglio, invierò una lettera al presidente dell’Ecofin, affinché tenga conto della posizione dei ministri dell’agricoltura in sede di procedura di conciliazione in corso con il Parlamento europeo”. Secondo Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, è “assolutamente inaccettabile ogni operazione contabile che porti ad una riduzione della disponibilità finanziaria per l’agricoltura europea. Stiamo subendo le conseguenze dell’embargo russo e le misure sinora assunte sono largamente insufficienti, in parte inattive, ed escludono alcune produzioni chiave come quelle di alcuni comparti zootecnici. L’agricoltura non può solo subire le conseguenze di posizioni politiche dell’Ue senza almeno avere adeguate contromisure in termini di strumenti e risorse dedicate. Né tantomeno avere delle decurtazioni in bilancio”.

Fonte: Agronotizie

Al Consiglio dei ministri agricoltura UE la proposta italiana a sostegno dei giovani

La presidenza italiana ha presentato durante il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Ue tenutosi la settimana scorsa a Bruxelles un documento contenente una serie di misure a sostegno dei giovani agricoltori. Sono in particolare tre i punti centrali della proposta: un sostegno economico per i giovani agricoltori che intendano accedere a finanziamenti attraverso la Bei la Banca europea degli investimenti, che si integrerà con quanto eventualmente previsto dagli strumenti nazionali vigenti; misure destinate ad agevolare l’acquisto di terreni agricoli da parte dei giovani; la creazione di una sorta di “progetto Erasmus” per i giovani agricoltori, con lo scopo di facilitare gli scambi di esperienze a livello europeo attraverso il sostegno delle reti rurali nazionali e della rete rurale europea. La proposta è stata accolta con grande favore dagli Stati membri, come ha confermato il ministro Martina commentando l’esito del confronto: “Sono soddisfatto perché anche gli altri Stati membri hanno compreso che la disoccupazione giovanile va contrastata mettendo in campo provvedimenti urgenti e straordinari. Nell’area dei 28 Paesi Ue, secondo i dati dello scorso maggio, circa 5 milioni di giovani non hanno un lavoro. L’ultimo censimento europeo in agricoltura del 2010 ci segnala inoltre che la percentuale di agricoltori under 35 era del 7,5%, a fronte di un 30% di over 65. Bisogna invertire la rotta e adottare provvedimenti per il ricambio generazionale, sia con un’iniziativa comune europea, ma anche attraverso interventi nei singoli Stati”. “Ci siamo già mossi a livello nazionale su questo aspetto adottando un piano giovani in 10 azioni – ha proseguito Martina – dalla concessione di mutui a tasso zero, alle detrazioni per l’affitto di terreni agricoli, agli sgravi fiscali di 1/3 della retribuzione lorda per la stabilizzazione di giovani under 35, alle deduzioni Irap al 50% per le assunzioni di giovani nelle regioni del Mezzogiorno, fino ai crediti di imposta per investire nell’innovazione, nelle reti di impresa e nell’e-commerce. Adesso il nostro auspicio è che la Commissione europea recepisca l’orientamento del Consiglio e formuli una proposta concreta”.

Fonte: Agronotizie