Suolo e Salute

Mese: Marzo 2014

Cambiamento climatico: nuovi scenari per l’agricoltura

Secondo uno studio realizzato da Andy Challinor dell’Università di Leeds (UK), il cambiamento climatico in atto avrà conseguenze più rapide e significative del previsto sull’agricoltura, in special modo nelle aree temperate del pianeta, Nord America e Europa in primis. Dai modelli di Challinor emerge che anche un aumento relativamente contenuto di due soli gradi (scenario considerato fin troppo ottimista da molti scienziati) contrariamente a quanto ipotizzato fino ad ora potrebbe comportare un calo nella produzione dell’ordine del 25% già a partire dal 2030, quindi entro una quindicina d’anni. Mentre al contrario fino ad oggi si considerava l’aumento di 2 gradi centigradi sostanzialmente tollerato dal sistema-agricoltura. I dati elaborati provengono da ben 1.700 diversi studi che sono stati comparati e utilizzati per elaborare una simulazione sofisticata e accurata. Per gli scienziati, l’emergenza climatica è quindi ancor più pressante e rischia di avere conseguenze molto serie anche nel’ipotesi che le temperature non salissero di 4 o 5 gradi come negli scenari peggiori. Su Nature Climate Change, Challinor ha dichiarato: “La nostra ricerca mostra che i raccolti saranno influenzati negativamente dai cambiamenti climatici molto prima del previsto. L’impatto dei cambiamenti climatici sulle colture varierà di anno in anno e da zona a zona. Questa variabilità aumenterà al crescere delle temperature”.
Fonte: Freshplaza, cbc.ca

Martina: sull’etichettatura “a semaforo” il Governo italiano è contrario

Commentando il documento della Conferenza delle Regioni in cui viene avanzata al Governo la richiesta di adoperarsi in sede comunitaria contro il cosiddetto sistema dell’etichettatura “a semaforo”, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Martina ribadisce il punto di vista dell’Italia: “La posizione del Governo italiano sull’etichetta nutrizionale o a ‘semaforo’, voluta dal Regno Unito, è di contrarietà – ha affermato il Ministro – “Già in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri europei dell’Agricoltura e della Pesca ho intenzione di coinvolgere su questo tema anche gli altri Paesi che hanno già espresso contrarietà, per ribadire la necessità di sospendere l’utilizzo di uno strumento che potrebbe andare a ledere anche alcune tra le nostre tradizionali eccellenze alimentari, in modo particolare i prodotti a denominazione di origine. Il rischio, infatti, è che vengano date ai consumatori informazioni approssimative e fuorvianti sulle caratteristiche e le peculiarità dei prodotti agroalimentari, con conseguenze dannose anche per le nostre aziende”. La cosiddetta “etichettatura a semaforo” è stata autorizzato dal Ministero della Salute del Regno Unito e, come documentato in diverse news apparse in precedenza su suoloesalute.it, hanno suscitato forti opposizioni da parte di numerosi paesi europei, Italia in testa.
Fonte: AIOL

Il “New Deal” del Vino bio

Compra una bottiglia alla settimana, spendendo circa 15 euro, e la acquista direttamente dal produttore, con lo scopo primario di tutelare l’ambiente. Ecco in estrema sintesi il profilo del consumatore-tipo di vino biologico, secondo quanto risulta da un sondaggio condotto da winenews.it e Vinitaly. Secondo quanto risulta dalla ricerca, il vino bio sta effettivamente conoscendo un periodo di grande successo commerciale, con un aumento del consumo negli ultimi 3 anni in oltre l’80% dei cosiddetti “eno-appassionati”, oggi assai più propensi di un tempo a gustare una buona bottiglia di vino biologico. Al sondaggio hanno risposto 1.256 persone che, a vario titolo, ruotano intorno al mondo dell’enologia. Secondo i risultati del sondaggio, il vero valore aggiunto è rappresentato dal logo europeo della foglia che identifica il biologico, e che è indicata dal 98% degli intervistati come strumento principale per identificare un vero vino biologico.
Interessanti anche le risposte fornite dagli interpellati durante il sondaggio, chiamati a motivare la loro scelta verso il vino bio: al primo posto “perché rispetta l’ambiente” (84%), al secondo posto perché “è un bene di consumo più sicuro perché più controllato” (12,5%). A riprova del fatto che sono questi due elementi il vero valore aggiunto percepito dai consumatori quando decidono di scegliere un vino biologico anziché un convenzionale. In effetti sicurezza e garanzia del processo produttivo sono particolarmente avvertiti come elementi centrali dai consumatori, al punto che la quasi totalità degli intervistati (il 98%) ritiene che l’introduzione del logo europeo anche per il vino biologico sia stato un passo molto utile per orientare gli acquisti. E non è certo un caso che proprio quest’anno, come già annunciato nelle precedenti news, Vinitaly ospiterà per la prima volta Vinitaly bio, salone specializzato esclusivamente dedicato alle produzioni enologiche biologiche. Dati questi che testimoniano del crescente interesse verso il biologico, non solo nel settore dei vini, come risulta dagli ultimi dati riferiti al primo semestre 2013, secondo i quali i consumi in Italia di prodotti certificati come biologici sono aumentati di quasi il 9%, per un giro d’affari complessivo di oltre 3 miliardi di euro. Cifre cui va assommato anche il miliardo di euro di fatturato per l’export, in cui il nostro Paese è stabilmente in cima alla classifica europea. E che confermano che il biologico resta uno dei settori su cui può davvero puntare l’agroalimentare italiano per consolidare e rilanciare il proprio ruolo di leader nel panorama europeo e internazionale.
Fonte: Sinab, Wine News

Pubblicato il DM 2592 che designa i laboratori per io controlli sul bio

Con decreto n. 2592 del 12 marzo 2014, il Mipaaf, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha stabilito i requisiti necessari per la designazione dei laboratori che possono eseguire le analisi dei campioni durante i controlli in agricoltura biologica, finalizzati all’identificazione di prodotti non autorizzati nella produzione biologica. Il DM, trasmesso all’Organo di Controllo per la registrazione, entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il testo completo del DM n. 2592 del 12 marzo 2014 è consultabile a questo link
Fonte: Mipaaf, Sinab

Ue: slitta al 25 marzo la proposta di riforma del biologico

E’ stato rinviato a martedì prossimo 25 marzo, e non al 19 marzo come inizialmente previsto, il varo ufficiale da parte della Commissione europea della proposta di riforma del settore biologico nell’UE. Secondo quanto si apprende da un comunicatodi Bruxelles, “per ragioni pratiche, essenzialmente il vertice europeo del 20 e 21 marzo, si e’ preferito fare slittare il tutto a martedì 25 marzo, ma già il giorno precedente il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, presenterà la proposta di revisione del settore nel corso del Consiglio dei ministri dell’agricoltura europei”. In occasione del Consiglio UE del 24 marzo è atteso a Bruxelles il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina.
Fonte: ANSA, Sinab

PAP: proroga della scadenza in Veneto e Lombardia

Secondo quanto previsto dalla normativa, gli operatori bio che hanno costituito il fascicolo aziendale in Veneto (sia nel caso di prima notifica che di notifica di variazione), a partire da quest’anno hanno l’obbligo di presentare sul sistema informativo regionale “BOPV” il Programma annuale di produzione (PAP). Il Ddr n. 11 del 24 febbraio 2014 ha fissato al 30 giugno 2014 la data entro la quale gli operatori devono presentare il nuovo Programma annuale di Produzione (PAPV e PAPZ). Ulteriori informazioni possono essere ottenute nella pagina PIAVe dedicata alll’agricoltura biologica . Allo stesso modo, anche la Regione Lombardia ha prorogato la scadenza per il PAP, fissata ora al 15 maggio prossimo. Le informazioni di dettaglio possono essere ottenute a questo link.
Fonte: FederBio, Regione Veneto, Regione Lombardia